All’inizio della notte, nella foresta della Firenze viola, il principe Siegfried ( Diego de Ribas Nureyev ) va alla ricerca della sua amata Juventus Giselle e ne trova la tomba. Disperato si mette a danzare ed a piangere il suo dolore. Gli si fa incontro il perfido Frey, nato nella plebaglia nerobluastra e sempre ignorato da Giselle, che cerca, con i suoi mille tentacoli, di ostacolare Albrecht . Un “ pas de deux “ drammatico. Attorno le Villi , giovani fanciulle di colore viola, fatine dei boschi alla ricerca perenne di loro stesse, assistono impotenti alla danza d’amore e morte tra il giovane principe ed il loro ultimo ed estremo difensore, Frey. Le movenze di Diego Nureyev non hanno nulla a che vedere con gli stantii passi del balletto contemporaneo eseguiti in altri teatri. La sua è un’ arte unica, sublime, celestiale. Cabriole, entrechat ed infine le grand jetè uccidono il polipo che s’accascia ubriacato dalla magia dell’ etereo Albrecht il quale, al fin de la licenza, tocca. La platea è ammutolita da tanta grazia. Raggi di luce scendono dal cielo. Giselle esce dalla tomba ad abbracciare il suo amato salvatore, di nuovo viva e piacente. I pochi villici, che non avevamo mai creduto alla morte della amata, esultano in un misto di gioia ed incredulità. La contrapposizione tra le forze del bene e del male è appena iniziata. Giselle è ancora debole, timorosa, confusa ed il suo Albrecht non possiede la forza necessaria per portarla verso il regno che le compete. L’atmosfera magica creata dalle Villi danzanti confondono le menti dei compagni del principe. Il malvagio Marchionni, parente di colui che dirige la Fiat, porge del vino avvelenato al vecchio amico Manninger, custode del castello di Giselle, che cade preda dei fumi dell’alcol, confondendo il pelato bianco pallone con la testa crinita di Ceglie, che, a sua volta, aveva confuso un quadrifoglio del prato con una palma da datteri. Giselle cade di nuovo ammalata, vittima del malefico sortilegio. Il primo atto si chiude con il gruppo che lascia il proscenio, ritirandosi per il meritato ristoro. Siamo ormai nel mezzo della notte quando inizia il secondo atto. Nureyev lascia spazio al nuovo giovane artista, Roberto Bolle Candreva. Inizia la sua Danza di Metamor che, con un insieme preciso di movimenti e posizioni, consente ai componenti del balletto di unirsi in un solo essere. Una fusione che trasporta lo sperduto Grosso alle glorie del mondiale, gli fa credere di essere ancora un protagonista, lo proietta nell’empireo di una fascia sinistra del proscenio da tempo dimenticata. E’ l’apoteosi. Un fulmine squarcia il cielo viola perlaceo disegnando contorni di antiche gesta. Fabio, degno epigono di cotanto ardore, infila un tremendo fendente nel corpo del nemico trasudante terrore. Ora anche Zebina, tormentato dai rimorsi, capisce che l’ora è arrivata e non sbaglia più un passo. Chiellini chiama i compagni a raccolta ed attorno a lui si erge una diga insuperabile, prima di immolarsi quale vittima sacrificale predestinata dall’ avverso fato. Manninger è un angelo che protende le braccia al cielo catturando ogni pallone che si aggira nei dintorni, Melo azzanna tutti coloro che osano stuzzicarlo. La Villi Gilardino è un budino caramellato che si squaglia a terra ogniqualvolta un refolo di vento spira tra le Grottaglie. Il Monte degli Ulivi diventa il Getsemani di antica memoria. Tutte le Villi cadono pian piano a Prandelli … e la Juventus, un nome senza tempo che si perde nella notte ancestrale degli anni, risorge quale araba fenice. Una stella senza età, come un mito che non si vuole spegnere…. E’ vera gloria ? Ai posteri l’ardua sentenza… ( 5 maggio..2002 ).
Le pagelle dei giocatori juventini ( scusate…non posso farle anch’ io ? )
Zanetti – perfetto nel suo ruolo. Se ne è andato dalla Juve ed infatti non lo si vede per niente.
Marchionni – dopo il gol di testa di Filippini e quello suo di oggi, è assolutamente necessario che giochi Giovinco, l’unico all’altezza per contrastarne i colpi di testa. Al di là del gol, rivaluta Secco.
Manninger – meglio di Buffon. Perché mi mostrate un cartellino rosso? Non sto bestemmiando.
Zebina – leggermente in crescita negli ultimi 5 minuti, peccato che la partita duri solo 95 minuti.
Deceglie – chi ?????? Grosso – il gol mondiale vale la riconferma. E se l’alternativa è Deceglie…
LeGrottaglie – compito ingrato il suo. Non è facile cercare di tenere in piedi Gilardino.
Chiellini – come un bulldozer impegnato all’Aquila dopo il terremoto. Novello Enrico Toti, ferma gli avversari anche da zoppo. Ora però farà la stessa fine dei bulldozer…fermo con le macerie ancora da smaltire .
Sissoko – è necessario che ritorni dal mondiale in Angola, ma l’assist a Grosso merita un plauso.
Melo – Bertolucci è meglio come regista. Bertolaso è meglio come protezione, Milly Carlucci è meglio come presentatrice, Blanc è meglio come presid…no, questo no. Lui è medio man.
Marchisio – Dirottato sulla fascia subisce la sorte di tutti i dirottati. Cibo scarso, passa ore a chiacchierare con il guardialinee. Ad un tratto si ricorda dei nerobluastri e fa grande Frey.
Candreva - Meglio un Candreva vivo che un Del Piero morto. Grande personalità, può essere il faro di chi sta davanti. Non mandatelo a Genova.
Diego de Ribas Nureyev – Un tocco dell’artista val cento di apprendista. La sua danza del gol è un inno sublime, degno dei Sivori e dei Zidane…Il resto della partita ? Non ha alcun significato. L’uomo comune lavora un giorno, il genio sprigiona un lampo.
Tre-zeguet – è sembrato molto uno Zero-zeguet. Visto che lui è ormai immobile, chissà che Immobile non sia Trezeguet?
Poulsen – Dopo l’infortunio a Chiellini, ha impiegato 8 minuti a capire che doveva fare il terzino destro e non l’ala sinistra. Per favore fornitegli un maestro elementare.
Iaquinta – dopo 4 mesi di assenza aveva una gran voglia di parlare con un arbitro.
Zaccheroni – Bisogna che qualcuno gli spieghi che siamo nel 2010 e non nel 2000. Apprezzabile per la sua sciarpa bianconera e per la buona volontà, necessita di un po’ di tempo libero per visionare i giovani della primavera.
di BEPPE PASTORMERLO