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( … Ed il figlio, ridotto in miseria, ritornò a casa dal padre chiedendo perdono. Ed il padre disse ai servi “ Uccidete il vitello più grasso e facciamo festa …” ). Legrottaglie 15,11-32 


Atalanta, figura della mitologia bergamasca. Figlia di Laso e di Climene, fu abbandonata sul monte Canto Alto di Bergamo, perché femmina. Fu raccolta da Alessandro Ruggeri che la portò, centenaria, a combattere contro i mostri mitologici che infestavano le pianure della serie A. Dopo alterne fortune Atalanta cominciò a sprofondare nelle acque limacciosa del fiume Stige che porta, alla fine, nel mare procelloso dell’Inferno. In suo aiuto stava arrivando la fata benefattrice Senectus, offrendo le porte benefiche del Manninger ed ospitandola nella sua silenziosa olimpica dimora. Ma la Mela, che aveva sedotto prima Eva, poi Elena e Biancaneve, le fu indigesta. Resistette alle tentazioni per oltre un’ora, ma, alla fine, stanca dei continui approcci del Giovin co mbattente, cadde, senza più risorgere. Gli Dei dell’Olimpico, Giove Blanc e Ganimede Bettega, dissero che faceva parte del programma e si ritirarono soddisfatti nelle loro alcove. Zatteroni Caronte era ormai arrivato davanti alla porta sulla cui sommità stava scritto : “ Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore….( continua in Inferno, canto III, vv 1-9 …per chi volesse sapere il seguito, ndr ). “ Un Melo al giorno leva il medico di torno “ recita però un vecchio saggio….

Le cronache del tempo, redatte dal solito Plinio il Vecchio, ora a Roma alla corte dei Sensi, ci relazionano sui fatti cronologici.

Non appena Atalanta si presentò alla vista dei pochi spettatori vedenti causò impressionanti crisi di vomito, decine di malesseri ed un generale disgusto ( anche i pochi non vedenti presenti, non appena relazionati, ebbero gli stessi sintomi ). Un paio di giapponesi si lanciarono dagli spalti più alti dello stadio urlando Banzai! Ciò fu dovuto, scrive Plinio il Vecchio, al fatto che Atalanta indossava una divisa disgustosa, con righe nero bluastre che le conferivano un aspetto da cospiratore. Se l’infallibile ispettore Clouseau fosse stato presente avrebbe provveduto immediatamente all’arresto di Atalanta per furto della Pantera rossa bianca e verde. Le crisi isteriche cominciarono a placarsi solo dopo che la voce tonante proveniente dal cielo aveva chiarito numerose volte che le divise in campo non avevano nulla a che vedere con quelle della banda criminal-petrolifera.

I prodi della Senectus si erano schierati con intenzioni bellicose. Spronati dal traghettatore Caron magna ratis ( grande zattera in latino, traduzione necessaria per far capire che non si tratta di mangiatori di topi) che aveva detto “ puntiamo al quarto gradino “, i guerrieri avevano assunto una posizione di salita, cercando la scala, che non trovavano, e rimasero disorientati. E fu il caos. Però Atalanta non aveva portato i suoi Doni, come era uso fare con le altre avversarie, e questo suscitò lo sdegno e la rabbia del capitano che la punì con un gran calcio proprio là, dove non crescono le stelle alpine. Assolto il proprio compito, il capitano, novello Coriolano, non volle gloria ed onori, ma si ritirò nel suo orticello a coltivar tacchetti e passaggini. Né altri osarono disturbarne il sonno. Anzi, soggiogati dal fascino di Atalanta e dalla bellezza di Tiribocchi, cercavano in tutti i modi di non darle altri dolori. E , con il loro atteggiamento Amoruso, vi riuscirono. E fu gran festa. Tutt’intorno i tifosi gioivano ed intonavano canti e cori, gettavano coriandoli, stelle filanti e petardi per tutto il tempo del tè caldo. Le milizie partecipavano con fumogeni colorati e profumati e tutti correvano e danzavano ( questo mi è stato riferito da amici che stavano fuori – io sono tutt’ora a Shanghai, ndr ).

E venne il tempo delle Mele .
Già Zatteroni aveva osato l’inosabile mandando in campo il Giovin Co Adiutore al posto dell’ infortunato del giorno. Con un’audacia che rasentava la follia, aveva poi sostituito il “ magna balon “ Candreva ( direbbero a Padova, ) con il Melo. Naturalmente il suo ingresso fu accolto da un pacato dissenso ( figlio di…, ma vaff…) bene augurante e volto a migliorarne le prestazioni. Ed i tifosi videro giusto. Quando le parole vanno diritte al cuore anche loro hanno una valenza importante. Il rendimento infatti migliorò di minuto in minuto e la spinta delle frasi beneaugurati fu tale da elevare il Melo ad altezze siderali ed a fargli usare la testa nel modo più appropriato ( non alla Zidane ). E fu così che il padre uccise il vitello più grasso ( vedi incipit ). Atalanta, stremata, colpita a morte e con la sua bellezza ormai deturpata anche dal Ceravolo, si accasciò sul tappeto erboso tessuto dalla Sit In, mentre sul pennone più alto dell’Olimpo veniva accesa la teda della vittoria ( ma che fatica….).

Con il sorriso nel cuore, anche se con la pena negli occhi per lo spettacolo ( si dice sempre così ), nascono spontanee le ormai solite pagelle:

Manninger – se avessi una figlia glie la farei sposare. Ha l’aria del bravo ragazzo, lavoratore e senza grilli per la testa, svolge il suo compito con coscienza. Zazzera corta bionda al vento, sorriso mesto ma simpatico, sarebbe certamente più radioso se facesse almeno una partita senza prendere gol. Desta tanta tenerezza… Big Jim

Zebina – Ho saputo da internet che un tifoso ha colpito Zebina con una schiaffo. Questo è incivile ed inaccettabile. Se accadono fatti del genere non faccio ironia e chiedo scusa. Rimandato

Grosso – Nel 2006 ha fatto un gran mondiale ed il Lione lo ha preso. Forse che dopo il mondiale 2010 lo prenderà il Bordeaux ? I francesi sono strani, basti pensare a Domeneque…Specialista nei traversoni li fa anche quando deve tirare diritto. Non capisco in quale ruolo gioca e non è grave se lo avesse capito almeno lui.

Legrottaglie – Non si può ironizzare su una persona che ha fede. La sua bontà d’animo è ben conosciuta ed apprezzata, specie dall’ avversario. Però lui dovrebbe sapere che carità cristiana prevede di non lasciar mai sole le persone per non farle sentire trascurate. Amoruso si cercherà un’altra compagnia in futuro. Eremita.

Cannavaro – Lasciato il fratello a Napoli , si è dovuto calare ancora nel personaggio suo. Professionista serio si adatta al ruolo. Calmo, riflessivo il giusto, deciso negli interventi e baluardo di consistenza granitica, ha ancora qualche titubanza nella gestualità. Ha bisogno di immagazzinare ancora un po’ di esperienza. Tra un paio di anni, avremo un grande interprete, pronto per le maggiori ribalte. Mi riferisco ovviamente ai suoi spot pubblicitari . Ernesto Calindri

Melo – Si sussurra che quando Paride assegnò il melo ad Elena , la giovin fanciulla lo rifiutò. Intervenne Corvino che la convinse e scatenò la guerra di Troia ( è solo un rapido riassunto…). Prima Eva ed il serpente, poi Paride ed Elena, ed ancora Biancaneve e la strega…Ora Atalanta…Frutto pericoloso , questa volta ha agito a fin di bene. Sentire sempre il medico prima dell’uso. Marijuana.

Sissoko – Si dice che a Liverpool avesse procurato più danni lui che la sete nel Mali. Eppure lo scorso anno è stato un grande. Oggi è un cammello con le riserve di acqua in esaurimento. Si batte però sempre con forza e dedizione. La malandata nave del deserto ha bisogno anche di un dromedario. Se almeno fossimo vicino ad un’ oasi. Miraggio

Marchisio – Il suo caracollare per il campo gli conferisce un ‘aria da bohemienne. Intelligente e pugnace, mi ricorda tanto Tardelli. Ora però gli mancano alcune cose e cioè la precisione, la forza, il tiro e la posizione di Tardelli. Per il resto è uguale: due gambe, una testa, due braccia….Sosia.

Trezeguet – Si scrive sempre che dobbiamo riconoscenza ai nostri grandi vecchi campioni. Ora mi domando: “ Hanno loro giocato solo per amore verso i tifosi? Il vil danaro è, e fu, solo un semplice accessorio? “ Se la mia segretaria viene in ufficio a farsi le unghie ed i capelli invece di stilare i contratti, la devo ringraziare ed ossequiare? Lui non la butta dentro neanche per sbaglio, la palla intendo, non la segretaria. Fantasma.

Amauri – la differenza con Trezeguet sta solo nei capelli. Fratello del fantasma.

DelPiero – Passano gli anni ma lui cambia, anche. Qualche tempo fa dopo una prestigiosa pennellata finiva i suoi quadri e metteva la firma. Oggi mette la firma dopo una pennellata. Sarebbe meglio però che il suo datore di lavoro gli riducesse l’impegno. Contratto part time, mezza giornata di qualità e poi un meritato riposo. Presidente

Diego – Spiegatemi cosa è venuto a fare in Italia. Finora si è comportato come un turista. Dopo aver visto Roma con una presenza magistrale, ha deciso che il resto d’ Italia non gli interessava più. Ha seguito le orme di Cannavaro e si è dato agli spot pubblicitari. Ha visto l’ospedale e gli piaciuto tanto che ha deciso di ritornarci. Per molto tempo? Certo che abbiamo un mago come preparatore atletico. Guinness

Candreva – di nuovo ? Continuo a ripetere le stesse cose. Elegante, bel dribbling, bel fisico, gioco a testa alta, buon tocco di palla. Che gli manca ? Nulla. Ah, dovrebbe capire che il calcio è un gioco di squadra. Tocca tanti palloni combinando il solito niente. Tutto fumo, niente arrosto. Politico

Giovinco – Amici, prendete il manuale del calcio a pagina 3 ( va beh, dai, sono amico di Josè, lasciatemelo copiare e incollare ). Confesso che sono un suo ammiratore per cui il mio giudizio non è imparziale. Non potete però negare che quando lui è in campo, agli altri prende l’affanno. La sua padronanza di palla ed il suo brio mettono paura. Ti aspetti sempre qualche genialità demoniaca e ciò porta scompiglio. Con questa Juve lui deve giocare sempre ! Folletto.

Arbitro – Non so neanche come si chiama, che giudizio dovrei dare? Tutto facile facile …Si dice che una delle direttive arbitrali sia “ se la palla arriva a Trezeguet, fischiare fuorigioco “. E non si sbaglia mai. Avevamo la zona Cesarini, ora abbiamo anche la zona Trezeguet. Lo stesso vale per Zebina. Estrarre il cartellino giallo non appena si è vicini al francese, tanto, prima o poi, se lo merita.

Metastasio – ( fuori concorso - gioca nella squadra di Darmax99 ) – poeta, drammaturgo e centrocampista di fascia, crebbe nell’ Accademia Arcadia, giocando metà campionato nel 1718. Passò poi al Napoli nel 1719, alla Roma ed infine al Venezia. Nel 1730 fu chiamato da Manninger a giocare per il Vienna .

E’ oltre mezzanotte, finalmente una buona notte ( accidenti, abbiamo battuto l’Atalanta …)

di BEPPE PASTORMERLO

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  1. Semplicemente grazie! per aver lasciato l'atalanta qualche passo dietri la Lazio. ciao

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