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E’ una esperienza da vivere. Non importa in quale città. Il parco di Luxun è nel cuore di Shanghai ( Shanghai ha molti cuori, viste le dimensioni del corpo ). E’ primo pomeriggio. Il mattino è generalmente dedicato alla messa cattolica nella cattedrale di S. Francis Xavier. Costruita nel 1847 sotto la dinastia Qing, in stile barocco spagnolo, fu designata quale sede dell’arcivescovo di Shanghai nel 1946. Posso garantire che all’uscita non vi aspetta la polizia.

L’aria è ancora fresca, specialmente nelle zone d’ombra, ma la giornata è splendida. Il cielo è di un azzurro intenso, a dispetto del tanto conclamato inquinamento. Pochi passi dentro al parco ed appare una palestra open air affollata da vecchietti, ginnasti improvvisati. Numerosi attrezzi sono fissati al terreno ed invitano a svolgere esercizi anche di una certa difficoltà. A pochi passi, un gruppetto di donne si sta preparando ad una sessione di taijiquan con spade e ventagli. I movimenti lenti ed aggraziati si trasformano in rapidi attacchi con la spada ed in pronte ritirate. All’altro angolo del vialetto vi è l’english corner, un angolo riservato a coloro che vogliono imparare o perfezionare la lingua inglese. Mi accorgo di un loro interesse nei miei confronti. E’ normale che accada, sono uno straniero e per loro è una buona occasione per conoscere meglio questo strano, per loro, occidente. Una decina di minuti di “ how are you…, what about Obama… ( all’inizio pensano che sia americano – qui tutti pensano che gli stranieri siano americani ), thank you very much…see you …e proseguo nella mia passeggiata. Dò un’occhiata ad un anziano che, con un pennello, scrive con l’acqua sull’asfalto del vialetto. Numerosi passanti si fermano a leggere e commentano. Alcuni si compiacciono, altri chiedono. Le parole rimangono sull’asfalto per qualche minuto per poi asciugare e svanire come i nostri sogni di juventini. Da un boschetto di bambù si ode un coro di voci. Un gruppo di persone sta cantando una canzone tradizionale, guidati da un maestro che ne detta toni e tempi. L’armonia è perfetta. Sembra la Juve di Zatteroni. Un cartellone in alto porta scritto parole e note, indicate da numeri. Il viale bordeggia un laghetto con fiori di loto, anatre mandarine e pesci rossi, giganteschi. Sotto un porticato ragazzi e ragazze si esercitano con lo er hu, il violino cinese ad una corda, e con la pipa, una specie di mandolino. Tre insegnanti correggono l’impostazione e danno consigli ai giovani allievi. Di fianco troneggia la mole moderna dello stadio Hong Kou, desolatamente vuoto. Qualche anno fa era la sede dello Shanghai Shen Hua, ma non solo stadio per il calcio. All’interno, le tribune sono sovrastate da palchi chiusi da vetrate e venduti come uffici. Sotto, supermercato e negozi tutto intorno. Lo chiameremmo polifunzionale. Bello, comodo, rinnovato due anni fa per il campionato mondiale femminile di calcio, è ora adibito solo a qualche concerto estivo: Witney Houston, Beioncè, Mariah Carey sono le stars che calcano il terreno di gioco, brave, belle,eleganti, ma niente a che vedere con lo scopo principale dello stadio. Lo Shen Hua FC si è trasferito nel piccolo e vecchiotto impianto di Pudong, diecimila spettatori in tutto, e comunque desolatamente semivuoto. Quando penso a ciò, mi si stringe il cuore e la mente vola a Blanc. Signor Presidente, mi dica, cosa succederebbe se, quando avrà uno stadio nuovo, non avesse più tifosi per riempirlo…?

Scrivo queste righe oggi, lunedì, alle ore 08,30 nell’ufficio della unità di produzione ( qui si chiama così ), mentre gli operai stanno andando al loro posto di lavoro, dopo aver terminato la mezz’ oretta di ginnastica. Mi sono dilungato in una descrizione sterile ed inutile per non affrontare il tema di una realtà che si sta facendo sempre più buia. La notte è passata tra mille Cassano che ti impallinano da 40 metri. L’incubo di un sonno che non vuole più finire. Se la speranza è l’ultima a morire, è anche vero che la fossa è sempre più vicina. Ed allora penso ad altre realtà ben più tristi che attanagliano il mondo che ci circonda. Penso alla crisi economica mondiale, alla sete delle popolazioni africane, ai terremoti che distruggono il nostro pianeta, pezzo dopo pezzo. Ma si affaccia sempre l’immagine di Diego che si mangia il pallone, di Iaquinta e Trezeguet che non toccano palla, ma lo fanno tanto bene. Penso a Chimenti migliore in campo e rabbrividisco. Penso a Zatteroni che, mentre stava in salotto con le ciabatte a far giocare la nipotina, riceve la telefonata da Blanc & Sec, rimette tuta e scarpette da tennis ( le vecchie e care Superga ), estrae dal baule in soffitta il “ Manuale del calcio in 18 lezioni, edito da Feltrinelli nel 1956, ripassa la lezione a pag. 43, sì, proprio quella che non era mai riuscito a capire anni fa, ed arriva sulla sua 500 (nuova però ) all’olimpico di Torino per conoscere Diego e Melo. Penso a tutto questo, mentre il ronzio delle macchine in produzione riempie le mie orecchie, come una cantilena che fa “…Illusione dolce chimera sei tu, che fai sognare e sperar tutta la vita….” Penso a come era diversa la melodia delle stesse macchine ad ottobre, quando risuonava possente la voce baritonale di Calaf nella Turandot di Puccini “ Nessun dorma, nessun dorma …dilegua o notte, tramontate stelle, all’alba vincerò, vincerò…” . Penso che l’opera non fu ultimata da Puccini per la sua prematura morte, ma da Alfano ( il ministro della giustizia attuale ???) e ravvivo la speranza. Nonostante tutto, dopo la notte viene sempre il giorno e la tempesta lascia sempre spazio al bel tempo. L’alternanza è una legge di natura immutabile che nemmeno Blanc & Sec riusciranno a cambiare.

di BEPPE PASTORMERLO

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