LA DIVINA COMMEDIA ( II ) – ( di Beppe Alighieri ) “ Lasciate ogne speranza voi ch’entrate a legger ‘ste righe di vulgar prosa…” ( note al fondo di Beppe )
Premessa – Stasera gravitano su di me silenti figure metafisiche : lo sguardo sinistro del petroliere, lo sguardo dubbioso del cavaliere e la voce nascosta dell’ infido possessore ( 1 ). Non posso temerli, non posso aver paura dei nostri simili, malevoli o impazienti, né dell’erede che tanto male fece. Temo però la figura inquieta di Dante, il suo silenzio, la sua riluttanza. Incavolato come sarà per la mia insolenza ( 2 ) , in questa notte d’Inferno ( vi sarà poi anche una notte di Paradiso ? ) , sotto la pioggia, potrebbe prendermi a calci per le vie di Shanghai, senza lasciarmi il tempo di indossare un impermeabile. Fine della premessa.Ci siamo lasciati con l’incontro di Zamparini degli Uberti. Qui nasce un contrasto tra alcuni commentatori dei quali io pure fo’ parte. Dice Giacomo della Lana, bolognese, che lo Zamparini andrebbe messo tra i falsari di parola, perché “ …l’altr’è il falso Mauricio friulan di Troia c’accusò Luciano…” com’è recitato al canto XXX vv.91 e seguenti, vedendo in questo personaggio l’animo vero dello Zamparini in questione. Dissentono invece frate Alberigo di Albertini dei Manfredi di Brianza e Guido da Pisa ( 3 ) ( molto stanco per il lungo percorso da Pisa a qui ), che lo vorrebbero tra gli ingordi custoditi dal cane Cerbero. Per prima cosa dobbiamo chiederci perché Beppe abbia posto Cerbero qui, nel girone dei bugiardi del calcio, declassificandolo dalla sua mansione di capo del gruppo. Infatti anche gli antichi commentatori si erano posti questo quesito e lo avevano risolto, almeno in parte, basandosi su due punti: primo, la pseudo-etimologia del nome ElKan ,“ cane “, e le caratteristiche umane conferite a Cerbero dai tifosi. Il Boccaccio, ad esempio,asserisce che Cerbero rappresenti il vizio della gola “ al qual intendimento assai bene si conforma l’etimologia del nome“. Questo fa del Cane Cerbero stesso un ingordo famelico, steso sopra le ossa semi divorate della dea Juventus e fa anche capire perché Juvenews decreti la morte e l’esilio di Cerbero e di tutti i suoi discendenti dalla terra bianconera. Entrambe le fazioni hanno importanti ragioni nella loro visione.
Superata la città Beppe e la sua guida scendono uno scosceso burrone, “ l’alta ripa “ , e incontrano il terzo fiume infernale, il Figicitonte ( FIGC tonte – chiamato anche TIM dei tonti ), un fiume di telefonate bollenti: questo fa parte del primo dei tre gironi in cui sono divisi i campionati. All’interno del Figicitonte scontano la loro pena i violenti verso il popolo bianconero. Tuffati nel fiume di telefonate bollenti, più o meno in profondità secondo la loro colpa, si vedono il tiranno Carraro sommerso fino agli occhi, Rossi fino al collo, predoni e ladroni nero bluastri fino alla cintola ( 4 ). Oltre la sua sponda ( che Beppe e Virgili raggiungono grazie al centauro Scatena ), trasformati in arbusti secchi, perennemente attaccati dalle arpie rosa, stanno i violenti contro se stessi, i suicidi ( dove troviamo Grygera da Prilepy ) e gli scialacquatori ( Amauri Carvalho de Oliveira da Carapicuiba, Italia del Sud ), mentre sulla riva opposta, in una landa infuocata, stanno i violenti contro Dio, i bestemmiatori ( tra cui Mimmo Di Carlo, da Cassino )( 5 ), i sodomiti ( li lasciamo per conto loro ) e gli usurai ( che nel calcio sono tanti ).
Superato il VII cerchio, Beppe e Virgili raggiungono l’VIII cerchio ( non ci voleva molto a capire quale fosse il successivo al settimo ), chiamato Malebolge, dove sono puniti i fraudolenti. Questo cerchio è diviso in dieci fossati scavati nella roccia e digradanti verso il basso. Superate le bolge, nelle quali sono puniti ruffiani, adulatori, simoniaci, barattieri, ipocriti, ladri, arbitri e guardialinee, Beppe si ferma ad osservare alcuni dannati crocefissi a terra e calpestati da tutti gli altri, “ …ch’a l’occhio mi corse un crucifisso in terra…”, come contrappasso per la loro responsabilità nella crocefissione della Juventus. Vedendo lo sguardo atterrito del compagno, Virgili si affretta a spiegare che trattansi di due malintenzionati che fecero della loro “ attività fonica malvagio uso “ , Proveri e Tronchetta (6). “ Oh frati, i vostri mali…” ma più non dissi. Il frate milanese, quando mi vide, tutto si distorse e mi apostrofò in cotesta guisa : “ Quel conflitto che tu miri, consigliò i Farisei delli calci lo potere, che convenia porre un uom per lo popolo a’ martìri ( 7 ) “ Allor vid’io maravigliar Virgili lo quale drizzò al frate cotal voce “ Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci s’a la man destra giace alcuna foce onde noi possiamo uscirci ? “ Rispuose adunque “ più che tu non speri s’appressa un sasso che da la gran cerchia si muove e varca tutti i’ vallon feri “ ( 8 )
Beppe e Virgili passano oltre e “ se l’andare avante pur ti piace, o tu che legge udirai nuovo ludo… ( 9 )
(1) è chiaro il riferimento che il poeta fa ai tre disdicevoli personaggi, Mosorci fratello di Bedy, Berluscon de’ Berlusconi, papi di Noemi e amante di Francesca insieme a Paolo e sir John Jacob Philip Elkann padre di Leone ( ex presidente della repubblica italiana ) ed Oceano Atlantico, Pacifico ed Indiano, le tre belve che stanno dilaniando le membra dell’amata Juventus )
(2) l’insolenza sta nel paragonare l’Inferno con la lercia vicenda di farsopoli. Molto meglio il diavolo di Dante che il diavolo rosso nerastro.
(3) Albertini fu ed è uomo della “ famiglia “ berlusconiana mentre ser Guido è l’ondivago Rossi, personaggio di basso lignaggio e soggetto di mercimonio.
(4) Qui il poeta indica solo i massimi esponenti della commedia. E’ evidente l’intenzione di fare di un nome una famiglia.
(5) La riflessione è d’obbligo. Questo è uno dei capolavori di “ vuolsi così colà ove si puote “. Poiché “ ne uccide più la lingua che la spada “ si punisce chi di lingua ferisce e si perdona chi di spada uccide. Sentimento altamente religioso.
(6) Proveri & Tronchetta nacquero gemelli nella fatal Milano. Dopo due giorni dalla nascita usavano il telefono per i primi vagiti. A 7 anni Proveri sposa la giornalista Wonviller mentre Tronchetto sposa la Pirelli, facendo ingelosire l’altra sua amante Michelin. Dalla loro unione nasce il P6000 ed una figlia di giada che piace molto ai cinesi, tanto da fargli sponsorizzare il campionato di calcio in Cina.
(7) Ecco il passaggio fondamentale di tutta la Commedia. Ponga qui il lettore tutta la sua attenzione sulla rivelazione di un essere a cui tutto fu tolto, la presidenza della Telecom e lo scudetto 2004/2005. Ormai senza speranza, dice “… porre un uom per lo popolo ai màrtiri…” Il malvagio, ormai calpestato da tutti come terra sulla nuda terra, confessa come si sia scelto il martirio di un uomo ( non lo dice, ma il nome è solo quello di Moggi ) per il perfido vantaggio di pochi potenti senza scrupoli.
(8) Virgili da vecchio ed esperto calciatore sa bene come vanno a finire queste cose e, più per scrupolo che per speranza, azzarda la domanda “…alcuna foce onde noi possiamo uscirci..” Alla domanda la risposta è quella che tutti sanno anche se la speranza è diversa,. “ …s’appressa un sasso che da la gran cerchia si muove…” il sasso è la prescrizione che “ da la gran cerchia “, dall’alto dove risiede il vero potere, scende su tutta la vicenda, superando tutte le prove, la logica della verità, la moralità e la giustizia, per lasciare i colpevoli impuniti e gli innocenti ancora una volta calpestati e derisi.
(9) Questo non è un commento ma un punto dove il poeta dice che è notte e desidera andare a dormire, lasciando la curiosità del lettore aperta su cosa succederà nella prossima bolgia.
di BEPPE PASTORMERLO