Image Cross Fader Redux

di BEPPE PASTORMERLO

“ Once upon a time there was....a king ? No, .. a little white and black cap ...”

C’era una volta una squadretta tanto carina e brava che solo a vederla, tutti se ne innamoravano e specialmente i nonni Gianni e Umberto che non sapevano più cosa darle per farla felice. Una volta le regalarono Pablito Rossi, un’altra volta Zinedine Zidane… ma lei anelava sempre a più alti traguardi … I suoi avi l’ avevano vestita con una maglietta rosa ed un cappuccetto nero e bianco e, poiché stava tanto bene con questo, lei non volle che mettere quest’ultimo, cosicché tutti la chiamarono bianconera ed anche Juventus perché era molto giovane.

Gli anni passavano e Cappuccetto bianconero cresceva sempre più forte e bella. Lei andava tutte le stagioni in giro per città e paesi e prati verdi, visitando amici e nemici e raccogliendo bacche dai tre colori e tante coppe e coppette. Ogni tanto la mamma la ammoniva di stare attenta ai Manfredi, agli Zeman, ai Ferrara, agli Zatteroni…” sii Gentile, sii Cabrini…ma non Grygera…mi raccomando…” le diceva e la giovinetta annuiva felice ed allegra, avviandosi con il suo bel pullman zebrato con bagno, doccia e Cucinotta incorporata. Ma un brutto giorno….

Il sole era oscurato da nubi cupe e tempestose. I Palazzi la guardavano minacciosa mentre lei lasciava la città per andare nel bosco. Cappuccetto bianco nero non aveva paura. La mamma le aveva dato Ibra e Vieira da portare alla nonna ed altri Cannavari, Zambrotte ed Emersoni nella cesta da spedire in Spagna. Cappucceto bianconero sapeva che sarebbe poi andata in vacanza in Germania con una maglietta bella azzurra come il cielo, e con tanti altri amici con le magliette di tutti i colori, che venivano a giocare con lei da numerosi Paesi del mondo. “ Sì, andrà tutto bene “ disse la Giovane alla mamma “ terrò con me il mio amico buffo e l’uccellino che mi fa fare tanta pipì…” e rideva, rideva.


Quando Cappuccetto bianco nero entrò nel bosco, incontrò il lupo Mosorci , ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura. “ Buongiorno, Cappuccetto bianco nero “ “ Buongiorno signor sorciolupo ( un animale frutto di nuovi studi genetici ) “ rispose educatamente la Giovinetta. “ Dove vai così di fretta ? “ in Germania, dalla nonna Coppa del mondo “ “ Cos’hai sulla maglietta?“ “ Oh, non vedi ? E’ il 29° scudetto e due stelle. E’ bello sai, e l’anno prossimo la mamma mi ha promesso un’altra stellina d’oro …”

Il sorciolupo pensò tra sè “ Questa Giovinetta è un bocconcino prelibato. Io non mangio bacche tricolori da più di vent’anni e lei ne ha così tante…Devi fare in modo di mangiartela ” Fece un po’ di strada con Cappuccetto bianco nero poi le disse “ Guardati un po’ intorno ..che bei fiori… senti come cantano dolcemente gli uccellini di Delpiero ? Te ne stai tutta seria come se andassi ad un campionato del mondo, ma è così allegro il bosco, con fischietti e bandierine colorate sulla Collina…” Cappuccetto bianco nero si distrasse e cominciò a leggere e mandare sms e cercare di telefonare a Bergamo e dintorni. Ma i loro telefoni erano sempre occupati, perché tutti chiamavano… Bergamo era una città con poche linee telefoniche, tanto da dover chiedere altre connessioni alla vicina Svizzera.

Intanto il sorciolupo andò diritto alla casa della nonna. “ Chi è ? “ “ Sono Cappuccetto bianco nero e ti porto scudetti e coppe, cara nonna…aprimi “ Poi vide che la porta era aperta ed entrò. Saltò addosso alla nonna e la inghiottì. Poi indossò i suoi vestiti e la cuffia e si infilò nel letto. Fece tutto così rapidamente e nessuno riuscì a difendere la povera nonna.

Quando Cappuccetto bianco nero arrivò alla casa della nonna si stupì che la porta fosse aperta ed entrando nella casa ebbe una impressione alquanto strana e pensò “ Oh. Mio Dio, che paura…mi sembra di precipitare in un B aratro ..” Allora si avvicinò al letto, ne scostò le cortine e vide la nonna con un aspetto strano, praticamente orribile “ Nonna, che orecchie grandi hai..” “ E’ per sentirti meglio …” “ Che occhi grandi hai…” E’ per vederti meglio..” “ Che denti gialli hai…” E’ per mangiarti meglio “ ed il sorciolupo abbrancò la giovinetta e la inghiottì . Poi con la pancia bella piena, riempita da scudetti di cartone, di carta moschicida e di coppette di gelato svuotate, s’addormentò russando rumorosamente. Proprio allora passò lì davanti il cacciatore Luciano “ Come La russa la vecchia... “ Pensò “ Andrò a darle un’occhiata “ Entrò nella stanza e vide il sorciolupo che cercava da tempo . Stava per puntare lo schioppo e sparargli, ma gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato la nonna e la giovinetta e che poteva ancora salvarle. Così non sparò ma prese un paio di avvocati e portò il sorciolupo a Napoli dove lo aspettavano una Corte dei miracoli. Dopo due o tre sezioni, cominciarono a vedersi le interiora dell’animale e la verità cominciò ad uscire. Oh, non fu facile. Il sorciolupo si era creato una rete di amicizie nei bassifondi rosa del bosco e cercava di dibattersi invocando vivi e morti. Ma la verità uscì e con essa Cappuccetto bianco nero “ Che paura ho avuto..era così buio là dentro “. Poi andò a prendere alcune grosse intercettazioni e riempì la pancia del sorciolupo che precipitò in un mare fangoso e maleodorante di petrolio.

Saras vero?

Intanto la mamma aveva mandato il cugino Andrea a farle una piccola predica “ Non devi mai più correre sola nel bosco o usare Zatteroni vari, lontano dal sentiero che la mamma ti ha tracciato. Da ora in avanti andrai insieme a due nuovi compagni che ti guideranno sulle strade che loro conoscono bene. “

E la Giovinetta ritornò bella, lucida e splendente come era una volta e tutti vissero felici e contenti.

Sarà una favola ? Sarà la realtà ? Illudersi e sperare non costa nulla …

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