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di GIANLUCA SCATENA

Direi finalmente, il campionato è giunto al punto più estremo. La vera sensazione è che da settembre il calendario sia avanzato in un batter d'occhio. Strano, poi, se si pensa ai risultati che la Juve ha ottenuto nel suo cammino, inizialmente colmo di prospettive trionfanti. Quindici sconfitte, una cifra forse mai raggiunta, neanche quando alla guida di madama Gigi Maifredi calpestò i campi d'Italia ricevendo dieci caldissime sberle.

Di solito il mese di maggio ,col passare dei burocratici quattro anni, da vita al tempo dei pensieri e delle riflessioni pre mondiali, ma è anche un importante lasso di tempo per i resoconti, per le prime decisioni su ciò che verrà. In casa bianconera di provvedimenti o cambiamenti ne abbiamo visti in quantità industriale, sopra ogni cosa grazie al passaggio in presidenza del beniamino della vecchia cara Triade. Dal canto suo, Andrea Agnelli ha scosso quanto necessario l'ambiente bianconero portando con sè il dg dei dg...quel Marotta che già in molte occasioni, nel più recente passato, era stato accostato alla Vecchia Signora. Mentre a Torino si cerca in qualche modo di innescare la rivoluzione, sull'altra sponda si festeggia uno scudetto, l'ultimo dei tanti derivati da Farsopoli. I nerazzurri dirigono la sfilata e attendono, o almeno sperano, di festeggiarne un'altra dieci volte più gratificante.
Come in qualsiasi sport, è ovvio che oltre ai vincenti, spadroneggino i sentimenti frustrati dei vinti. Nel caso nostro la delusione ha invaso Roma, precisamente l' A.S. Roma. All'inizio della stagione pochi avrebbero scommesso sulla posizione raggiunta e in particolar modo sull'obiettivo mai abbandonato, ma sempre sotto cecchinamento dagli stessi capitolini. Nello stesso tempo, lo scetticismo anti-ranieriano aveva svolto il suo consueto compito: Ranieri diretto contendente dell'armata nerazzurra? Una risata sarcastica sarebbe stata d'obbligo, anche se è chiaro come l'impavido thinkerman sia riuscito a ravvedere il popolo calcistico, quello che alcuni mesi prima aveva applaudito le mani alla dirigenza bianconera per l'esonero del mister trasteverino. Adesso il pentimento è il sentimento dominante, assieme al rimpianto per una stagione che al comando di Ranieri forse sarebbe potuta essere davvero vincente. FORSE, perchè la sua "mentalità", nonostante possa gestire una squadra competente, si è rivelata spesso determinante ai fini del risultato. Lo si è visto nei suoi due anni bianconeri e nel suo mega galattico campionato in casa giallorossa. Roma-Sampdoria ne è una prova lampante. Non continuiamo ad affligerci per una decisione dirigenziale che, personalmente, credo sia stata la miglior dimostrazione della presenza di una lieve (lievissima) pragmaticità all'interno di un ammasso di incompetenza..."Il rimpianto è il passatempo degli incapaci"...

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