Once upon a time there was …a king ? No... a puppet
La storia si può leggere in chiave realistica o come una fiaba, una storia di fantasticherie e di personaggi irreali. Magna er foco, la fata, il gatto, la volpe ed il grillo, vivono in un’atmosfera di fantasia e di gioco.La storia è strutturata in trentotto capitoli, diciannove di andata e diciannove di ritorno. L’anteprima narra di Mastro Agnelli, automobiliere, che possedeva un pezzo di casa storica che luccicava di gloria e di onori , come una Vecchia Signora, e l’ aveva regalato a mastro Geppetto Elkan.
Costui, che non voleva occuparsene, pensò di usare un pezzo di legno che aveva il potere di parlare e ridere per farsi un burattino e metterlo al governo della casa e, magari, farci anche qualche soldino.
Ma il povero Geppetto non aveva ancora finito di fargli gli occhi e la bocca che questi cominciarono a fare versacci e parlargli in francese. Gli fece poi il naso che subito si allungò per due pollici, poi tre…. Quando ebbe finito di fargli anche le gambe, il monello, che fu chiamato poi Pinocchio, cominciò a fare disastri, correndo in Spagna ed a Mediolanum, svendendo gli attrezzi della casa per poche monete d’oro. Intanto il carabiniere Auricchio, che divenne poi maggiore, invece di punire il monello, con l’aiuto di Mangia er foco Carraro e del giudice Acchiappa-citrulli, mandò Geppetto in serie B e fece punire anche il gatto Antonio, la volpe Luciano ed il grillo non parlante Roberto schiacciandoli con un martello da 5 chili.
Stanco, affamato ed infreddolito, Pinocchio aveva chiesto a due gentili signori, Cobolli e Gigli, di aiutarlo a fare dispetti. Dopo qualche tempo Geppetto fu rilasciato e ritornò alla sua casa di serie A. Dopo aver svenduto i maggiori gioielli, Geppetto chiamò un gruppo di altri falegnami a rinforzare le deboli strutture della casa e diede incarico a Pinocchio di farla ritornare lucida e splendente come ai vecchi tempi.
Ma Pinocchio, con i soldi racimolati, anziché acquistare l’abbecedario per ritornare ad essere un bravo scolaro, li usò per assistere ad una rappresentazione del teatro dei burattini. Durante la rappresentazione che durò ben tre anni, i burattini, Tiago, Almiron, Andrade, Poulsen, ed altri, pagati da Pinocchio, lo riconobbero e lo chiamarono tra di loro, fra le proteste del pubblico di appassionati.
Ritornato a casa, Pinocchio, con le poche monete rimastegli, cercò di farle fruttare e, sotto i subdoli consigli del Corvino, le sotterrò nel Campo dei Miracoli di Firenze, sperando di far crescere una pianta di Melo che, però, non diede i frutti sperati. Per cercare di salvarsi in un qualche modo, Pinocchio diceva bugie su bugie ed il naso si allungava ... Ma le sue bugie, anziché aiutarlo, lo portavano sempre di più verso il baratro. Allora, disperato, chiese aiuto al grillo non parlante dai capelli bianchi, sfuggito alla martellata, che cercò di aiutarlo con i suoi preziosi consigli.
Intanto il perfido Lucignolo dai denti gialli aveva conquistato il titolo di campione del Paese dei Balocchi nella terra di Bentegodi mentre a Pinocchio non restava altro che buttarsi in mare, dove venne inghiottito da una balena. Qui ritrova il suo padre putativo Geppetto. I due, approfittando del sonno del mostro marino, riescono a sfuggire e Pinocchio è costretto a lottare vigorosamente contro le onde che rischiano di sommergerlo. Ormai disperato Pinocchio alza gli occhi al cielo ed in suo aiuto arriva la Fatina Andrea dai capelli turchini, che, con un colpo della sua bacchetta magica, lo trasforma. Ora Pinocchio non è più un presidente burattino stravagante e discolo: c’è già in lui, in embrione, un vero essere umano. In altre parole, è diventato un bravo ragazzo.