di BEPPE PASTORMERLO
A quanto pare, involontariamente , s’intende, l’uomo italico di potere ha fatta propria la dottrina pressoché eterna ma massimamente celebrata nell’epoca barocca che fece della menzogna un’arte sopraffina ed elegante. Tuttavia diverse possono dichiararsi le differenze tra l’uomo che sopravvisse alle turbe del rinascimento per tuffarsi nelle evoluzioni seicentesche e l’individuo che approfitta di una posizione di privilegio regalatagli da una situazione paradossale creata ad arte.
Allora gli uomini si ribellavano alla ferrea legge del raziocinio per evadere nella superficiale e labirintica ignoranza dell’eleganza esteriore. Ma almeno una qualche forma di eleganza c’era pure.
Oggi, che dire di fronte ad un uomo che nega ogni evidenza per scaricarsi da responsabilità che si stanno rivelando sempre più sospette? A meno di non confondere l’appariscente esteriorità ostentata in cerca di un “ aiutino “ , ritenendo che sia graziosa reticenza quello che altrove sarebbe bollata come ignobile e volgare menzogna.
Dobbiamo anche stare attenti a dire e non dire, criticare ma non troppo, pensare ma celandosi, esprimersi ma con incertezza, esporre ma ad occhi bassi e toni soffocati. Altrimenti si corre anche il rischio di passare per arroganti.
Oggi qualcuno dice bugie per se stesso, per non sentirsi colpevole, per sopravvivere al fastidio di dover dimostrare la propria innocenza di fronte ad atti menzogneri compiuti nell’interesse di parte. Si mente per infortunio intellettuale e si finisce nel dover reiterare la propria menzogna per non apparire uno che racconta menzogne. C’è anche chi mente per farne un’arte, come il nostro esimio professore Guido Rossi, che sulla menzogna ha costruito un teorema ed anche una cultura sportiva intera che coinvolge un ventennio di storia calcistica.
Che dire? Non molto, si può continuare a mentire, magari per costruire una realtà che non esiste e sperare che tutti vi credano. O sperare di poter dire di essere stato frainteso e improvvisare una menzogna nuova di conio lucidissima e splendente quale “ Non sono stato io ad assegnare lo scudetto…”
Già Platone ebbe a dire “..la menzogna non si addice agli dei, ma è utile agli uomini, anzi necessaria, e a tal punto che ce ne serviamo come medicamento…”
Non ho alcun dubbio nell’affermare che il dottor Rossi conosca perfettamente Platone e ne abbia tratto giovamento ed insegnamento. Ma lo studioso sa anche che cosa sia la verità .
Se cerchiamo questo termine su un dizionario, troviamo un sacco di definizioni, anche molto diverse tra di loro. Ci si può chiedere cosa sia la verità, ma anche da cosa sia caratterizzata. Ad essa viene sempre riconosciuta una capacità intrinseca: quella di essere unica.
Poiché ciascuno di noi è un essere a sé stante, ha anche una propria percezione della realtà. Considerando la verità uguale alla realtà ecco che la verità acquista un significato diverso a seconda dell’individuo che la considera, perdendo così la sua caratteristica principale : l’unicità. Per questo, ogni cosa oggetto di disputa è ineluttabilmente destinata ad essere considerata in relazione a chi l ’ha osservata. Ma se ciò che c’è di più assoluto è relativo, quali certezze ci rimangono?
Il dottor Rossi ci presenta una sua verità su una realtà virtuale creata ad arte.
Dottor Guido Rossi, un Suo atto di coraggio sarebbe apprezzabilissimo da uno stuolo di tifosi ormai disgustati daL fiume turbolento di menzogne che si sta abbattendo su questo nostro mondo.
A quanto pare, involontariamente , s’intende, l’uomo italico di potere ha fatta propria la dottrina pressoché eterna ma massimamente celebrata nell’epoca barocca che fece della menzogna un’arte sopraffina ed elegante. Tuttavia diverse possono dichiararsi le differenze tra l’uomo che sopravvisse alle turbe del rinascimento per tuffarsi nelle evoluzioni seicentesche e l’individuo che approfitta di una posizione di privilegio regalatagli da una situazione paradossale creata ad arte.
Allora gli uomini si ribellavano alla ferrea legge del raziocinio per evadere nella superficiale e labirintica ignoranza dell’eleganza esteriore. Ma almeno una qualche forma di eleganza c’era pure.
Oggi, che dire di fronte ad un uomo che nega ogni evidenza per scaricarsi da responsabilità che si stanno rivelando sempre più sospette? A meno di non confondere l’appariscente esteriorità ostentata in cerca di un “ aiutino “ , ritenendo che sia graziosa reticenza quello che altrove sarebbe bollata come ignobile e volgare menzogna.
Dobbiamo anche stare attenti a dire e non dire, criticare ma non troppo, pensare ma celandosi, esprimersi ma con incertezza, esporre ma ad occhi bassi e toni soffocati. Altrimenti si corre anche il rischio di passare per arroganti.
Oggi qualcuno dice bugie per se stesso, per non sentirsi colpevole, per sopravvivere al fastidio di dover dimostrare la propria innocenza di fronte ad atti menzogneri compiuti nell’interesse di parte. Si mente per infortunio intellettuale e si finisce nel dover reiterare la propria menzogna per non apparire uno che racconta menzogne. C’è anche chi mente per farne un’arte, come il nostro esimio professore Guido Rossi, che sulla menzogna ha costruito un teorema ed anche una cultura sportiva intera che coinvolge un ventennio di storia calcistica.
Che dire? Non molto, si può continuare a mentire, magari per costruire una realtà che non esiste e sperare che tutti vi credano. O sperare di poter dire di essere stato frainteso e improvvisare una menzogna nuova di conio lucidissima e splendente quale “ Non sono stato io ad assegnare lo scudetto…”
Già Platone ebbe a dire “..la menzogna non si addice agli dei, ma è utile agli uomini, anzi necessaria, e a tal punto che ce ne serviamo come medicamento…”
Non ho alcun dubbio nell’affermare che il dottor Rossi conosca perfettamente Platone e ne abbia tratto giovamento ed insegnamento. Ma lo studioso sa anche che cosa sia la verità .
Se cerchiamo questo termine su un dizionario, troviamo un sacco di definizioni, anche molto diverse tra di loro. Ci si può chiedere cosa sia la verità, ma anche da cosa sia caratterizzata. Ad essa viene sempre riconosciuta una capacità intrinseca: quella di essere unica.
Poiché ciascuno di noi è un essere a sé stante, ha anche una propria percezione della realtà. Considerando la verità uguale alla realtà ecco che la verità acquista un significato diverso a seconda dell’individuo che la considera, perdendo così la sua caratteristica principale : l’unicità. Per questo, ogni cosa oggetto di disputa è ineluttabilmente destinata ad essere considerata in relazione a chi l ’ha osservata. Ma se ciò che c’è di più assoluto è relativo, quali certezze ci rimangono?
Il dottor Rossi ci presenta una sua verità su una realtà virtuale creata ad arte.
Dottor Guido Rossi, un Suo atto di coraggio sarebbe apprezzabilissimo da uno stuolo di tifosi ormai disgustati daL fiume turbolento di menzogne che si sta abbattendo su questo nostro mondo.
basta guardare l'espressione del viso dell'interista Guido ROSSI,quando gli pongono domande del genere, per darsi immediatam,ente una risposta cioè: Professore Bugiardo (oltre che imbroglione per aver contribuito a tenere nascote le nefandezze della squadra del cuore definita e definitasi onesta).
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