(9 marzo 2015) di ROBERTO
SAVINO - La Roma non conosce più la parola vittoria e
con il pallido 0 a 0 di Verona contro il Chievo dona alla Juventus un’altre
palla del match in ottica tricolore. Tra le mura amiche dello Stadium, i
bianconeri, privi di Caceres, infortunatosi al malleolo nell’ultimo allenamento
e di Buffon influenzato e sostituito da Storari, se la vedono
con l’ottimo Sassuolo di Di Francesco e, stavolta, non hanno alcuna intenzione
di perdere l’occasione per assestare un’altra mazzata alla classifica, forse davvero
decisiva per accarezzare l’ennesimo scudetto della sua storia. Nove minuti di
studio ed il destro di Morata, ribattuto, lancia la ripartenza ospite in campo
aperto, fermata da un Bonucci provvidenziale. Accumula corner la Juventus, al
quarto di fila Marchisio stoppa e tira di destro, alto. Il Sassuolo è schierato
in 20 metri, non lascia nemmeno uno spiffero ed è abile in transizione, così
non basta una buona Juve per passare e serve tutta l’abilità in area di Tevez
per crearsi un’occasione. Il suo mancino sfiora il montante. Alla mezz’ora lo
stacco di Chiellini è imperioso, ma la palla vola in curva. A tratti
arrembanti, i bianconeri cercano di aggirare in velocità il Sassuolo, peccando
in un ultimo passaggio difficile da scovare tra la perfetta organizzazione
difensiva avversaria. Ci prova allora Tevez dalla distanza con un destro
violentissimo tra i pugni di Consigli ben piazzato. Bonucci in disimpegno si
distrae, Zaza sfonda per via centrale e Tevez è costretto ad abbatterlo
prendendosi il giallo e regalando la punizione che Sansone non sfrutta a dovere
con un destro telefonato preda di Storari. Evra slalomeggia in campo aperto, Tevez
fa a sportellate con chiunque gli capiti a tiro e quando crossa per il
liberissimo Pogba il gioco è fermato non si sa perché. Il tempo si chiude con
il mancino di Vidal, deviato da Longhi in angolo. Un primo tempo bruttino va
così in archivio con una certezza. Serve altro per abbattere gli emiliani in
una gara da vincere ad ogni costo per pensare ad altri impegni con più
tranquillità. Parte in forcing la Juve nella ripresa, ma a farla da padrona è
la confusione. Il destro di Pogba è preda di Consigli, che poi, salvato da
Longhi, buca un’uscita sul traversone di Evra. Sul cross arretrato di
Lichtsteiner, Tevez si coordina e batte in diagonale senza trovare il
bersaglio. Sale la Juve alla ricerca del vantaggio ed il lampo di Morata è un
sinistro dal limite, alto di poco. Pepe e Llorente rilevano Pereyra e Morata e
Allegri passa al 4 3 3. Il collo pieno di Bonucci da 35 metri è sventato da
Consigli ed ora è solo Juve. Tevez si districa a sinistra, il destro in
torsione di Llorente è molle tra le braccia del portiere. Manca un soffio al
triplice fischio, Pepe parte come un treno per via centrale ed offre la sfera a
Pogba. Il controllo del francese alza la sfera, il suo destro in corsa
incenerisce Consigli e la Juve va in vantaggio (83°). Barzagli prende il posto
tra gli applausi prendendo il posto di un generosissimo Tevez rivedendo il
campo dopo 10 mesi. La Juve mantiene la concentrazione e colleziona altri tre
punti di una classifica che parla solo bianconero. Con 61 punti sono ben 11 le
distanze di vantaggio sulla Roma seconda a dodici giornate dal termine del torneo.
Quante parole per descrivere questa partita, ne bastava una: NOIA! Ahimè non credo che in Champions mr. Allegri riuscirà a sorprendermi inmmaniera positiva
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