(7 aprile 2015) di ROBERTO SAVINO - Perso anche Tevez
per un affaticamento muscolare accusato nella rifinitura, una Juve rabberciata
che, però, recupera Marchisio, tenta l’impresa in terra toscana dopo l’1 a 2
dell’andata nella semifinale della coppa nazionale. Quattro minuti e Salah,
sfruttando ripetute indecisioni della retroguardia bianconera, spinge Padoin
nell’ultimo contrasto e la sua rete è annullata. Cinque di orologio e Alonso fa
scendere la palla per poi colpirla violenta di collo sinistro. La staffilata è
alta sulla traversa. Prende le misure la squadra di Allegri e, pian piano, sale
l’intensità della sua manovra. Padoin è steso in area da Basanta, ma il
difensore sembra sfiorare prima la sfera e si continua. Minuti di stallo e dopo
il ventesimo Marchisio scippa il cuoio a Borja Valero per involarsi a destra.
Il traversone basso del centrocampista è per le leve di Matri, che serve
Pereyra. Sulla botta dell’argentino si oppone la difesa viola e la palla
rocambola come in un flipper proprio tra le gambe di Matri, bravissimo a fulminare
Neto con un delizioso tocco d’esterno destro per il vantaggio della Juventus!
Si accende la sfida e nemmeno sessanta secondi più tardi, Sturaro arriva in
precario equilibrio alla battuta su un forte cross da destra. Neto para facile.
Comanda ora la Juventus, coperta da una fase difensiva attenta a stroncare sul
nascere le iniziative viola. E’ il 37° e sulla punizione di Mati Fernandez, il
colpo di testa di Gonzalo Rodriguez batte Storari. Il difensore è però in
leggero off side e l’arbitro, giustamente, annulla. Sgoccioli di primo tempo ed
il destro a giro di Morata, splendido, è deviato da Neto con una prodezza. L’arbitro
non vede il corner e Chiellini si merita il giallo per proteste. Ma è questione
di poco. Matri cerca ancora lo spagnolo ai sedici metri. Stavolta sul suo
identico destro ad effetto, il miracolo di Neto non è completo e la palla resta
lì. Pereyra si catapulta e trafigge il portiere per il perentorio 0 a 2 che
manda tutti negli spogliatoi. Il sinistro di Salah ad inizio ripresa è
velleitario, mentre dal lato opposto Morata porta palla a sinistra e si destreggia
da campione. Il suo cross è un filo lungo e Vidal non arriva. E’ un ping pong
di emozioni lungo quattro minuti. Gomez spara sull’esterno della rete un
pallone invitante, Marchisio fila via e trova Morata a sinistro. Ancora un tiro
a giro dello spagnolo, stavolta alto. Salah ha la palla giusta appena dentro l’area
ma la sciupa in curva. Sul traversone basso di Pereyra, Savic per poco non
infila la sua porta. E’ il momento in cui i bianconeri prendono il sopravvento.
Matri difende bene la palla e imbuca Pereyra. Neto gli dice di no in corner.
Dalla bandierina, Marchisio telecomanda verso Bonucci, il difensore pianta
Savic e di collo pieno manda all’inferno i resti della banda Montella.
Ripresasi dalla botta, la viola spinge alla disperata alla ricerca dei 3 gol
(sigh!) che varrebbero la qualificazione. In un match via via più nervoso, la
Juventus aspetta l’avversario cercando studiate ripartenze per alleggerire la
pressione. Al minuto 70, Matri controlla e tira, Neto c’è. Sempre più
disordinata, l’offensiva dei toscani si affievolisce inesorabilmente, anche se
l’innesto di Diamanti e Babacar la ridesta non poco. Morata sgambetta il primo e l’arbitro lo
punisce con un rosso eccessivo. Manca pochissimo e Llorente, subentrato al
povero Coman, dentro da un pugno di minuti, salva in angolo sulla punizione
seguente. Mati Fernandez fa volare Storari, un palo in mischia davanti al
portiere anticipa il triplice fischio. Una grandissima Juventus, tra le più
belle e spietate della stagione, guadagna con ampio merito la finale di Roma,
avversaria la Lazio o il Napoli. L’obiettivo che stavolta non dovrà
assolutamente sfuggire è la benedetta decima Coppa e con essa la quarta
stelletta sul petto della Signora. Alè Juve.