(29 aprile 2015) di ROBERTO SAVINO - Sempre
più vicina al primo, grande, obiettivo stagionale, la Juventus ospita allo
Stadium la Fiorentina di Montella con tante novità di formazione rispetto al
derby della Mole. Cinque di gioco e Basanta chiude la traiettoria al rasoterra
tra le linee di Tevez, concedendo solo un corner. Un quarto d’ora di noia e
l’appoggio sbiadito di Neto non sveglia Llorente, quindi Sturaro e Marchisio
trovano corpi nemici con i loro destri affilati. E’ il minuto venti e Llorente, spalle
alla porta, è vistosamente trattenuto da Gonzalo Rodriguez. Il basco cadendo fa
perno sul difensore ma non riesce ad imprimere forza al tiro, parato facile da Neto.
Alla mezz’ora il primo squillo dei viola con Aquilani, fuggito via a destra. Il
cross basso è preda di Buffon, il quale si inchina al minuto 32 al rigore
perfetto calciato da Gonzalo Rodrigez, concesso per un fallo di Pirlo su
Joaquin. La reazione
dei bianconeri non si fa attendere. Sturaro scappa a sinistra ed è steso da
Neto avventuratosi fuori dall’area. La pennellata su punizione di Pirlo è per
la splendida zuccata di Llorente che fa l’1 a 1 immediato. Ora la Juve prende
il sopravvento ed il terzo tempo di Evra è sventato solo da un miracoloso balzo
di Neto. Sulla ripartenza viola, Barzagli è imperioso e sbarra la strada al
sempre attivo Salah. Siamo proprio agli sgoccioli della prima frazione e la
parabola di Evra dalla trequarti, trova l’inserimento di Tevez lanciato verso
la porta. Il morbido colpo di testa dell’apache prende in controtempo il
portiere e fa esplodere lo Stadium per il meritato 2 a 1 che manda tutti negli
spogliatoi. Alla ripresa delle ostilità, una buona Fiorentina cerca di
riequilibrare il match e si presenta più volte dalle parti di Buffon. Gomez
scarica su Salah, destro sparacchiato alto. L’egiziano è pericoloso in
transizione, tenendo sempre alta l’attenzione della retroguardia torinese. Joaquin
nasconde la palla a Chiellini, il quale trova solo le sue gambe. E’ nuovamente
penalty per gli ospiti. Il siluro di Gonzalo Rodriguez non centra lo specchio,
vola in curva e la Juve con cinismo ne approfitta. Marchisio, di prima
intenzione, lancia i componenti nello spazio. A raccoglierli, nelle vesti di
Goldrake, c’è un indios di nome Tevez, che si invola verso la porta di Neto, alza la testa e lo
secca sul palo lontano con un destro radente e preciso. I toscani sono
tramortiti e mollano l’osso, producendo solo un traversone di Marcos Alonso che
sfila l’area. Proprio in chiusura, la bella esecuzione su punizione di Ilicic
dai 25 metri serve solo per tre minuti di apnea. Il 3 a 2 finale vale il punto
numero 76 ed avvicina per davvero la Juventus al 33° titolo nazionale.