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Che fosse una partita gladiatorica, sporca e agonisticamente maschia si sapeva. Non fa notizia come un incontro del calibro di Inter-Juve possa prevedere cazzotti, calci, falli, spinte ed espulsioni. Ma, da un tempo ormai indetereminato non fa scalpore nemmeno il tipico abbandono umiliante, a tasche vuote di una squadra come la Juventus. Sebbene sia lecito (a proposito di lecito o illecito...),  parlare e argomentare un tabellino post partita verrebbe considerato unico e raro perditempo. Anche perchè se adesso le critiche alla dirigenza e alla proprietà sono state accostate e messe da parte e se le discussioni calcistiche sono state del tutto abbandonate, vale la pena di catapultarsi ancora con leggerezza in un ambiente stranamente gratificante e, per il momento, soddisfacente. Si, con leggerezza perchè adesso ce lo possiamo permettere senza "se" e senza "ma"...
A questo punto continueremmo a parlare di un altro "match", l'unico ad avere i presupposti per assicurare vittorie legali che tuttora valgono di più di uno scudetto.
In una delle aule del tribunale di Napoli giganteggia una scritta imponente e strettamente sposata con l'abbattimento di Lucianone Moggi: "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI".
Nel 2006 l'ex dg bianconero fu condannato per una serie di prove che tutti sappiamo essere futili e NON PROVATE:
1) Cena amichevole tra i vari dirigenti juventini del tempo e il designatore arbitrale Paolo Bergamo (ma abbiamo certificato che Moggi non fosse il solo a farlo e che, comunque, la cena non potesse essere giudicata penalmente punibile, data la mancanza di prove che accertassero lo scopo sportivo dell'incontro).
2) Piccola grigliata in occasione di Juve-Udinese, successivamente neanche approvata perchè fu lo stesso designatore ad operare di testa propria. (Ma abbiamo appreso quanto anche il compianto Giacinto Facchetti fosse un abitudinale consigliere di griglie arbitrali)
3) Telefonata di un giornalista impegnato ad informare Moggi sulla squalifica di alcuni avversari prima di Bologna-Juve (perchè una semplice telefonata informativa viene considerata "investigativamente rilevante"?)
Dunque, avendo ben chiara la situazione, nonostante ci fossero state sentenze basate su prove non provate e sapendo che "la legge è uguale per tutti", sarebbe giusto eliminare quel "piaccia o non piaccia" e applicare giustizia. Ma per questo bisognerà essere pazienti e aspettare la seconda parte di un film di misteri svelati da tempo e ancora negati dagli stessi "eroi" della FARSA. Cavolo, parliamo del provolone! Di quel tale chiamato "colonnello Auricchio": il grande accusatore, l'autore di tutti i rapporti stilati quattro anni fa. Colui che contraddice le sue stesse accuse e che, in una situazione di stravolgente imbarazzo, tende a sfornare risposte spesso incerte e del tutto vaghe. Come se un fornello (avv. Trofino) sciogliesse un formaggio (Auricchio) da sempre destinato a liquefarsi...ed ecco perchè "il grande accusatore sembra l'unico imputato (cit. "Corriere della Sera").

di GIANLUCA SCATENA

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